Ciao, Iscritto
Nel mondo dello Yoga Accessibile vi sono alcuni principi chiave che possono ri-orientare e far evolvere la nostra pratica (e, se siamo insegnanti, la conduzione delle nostre lezioni). Il più importante probabilmente è l’accento sulla pratica indipendente dalle abilità del corpo fisico.
Vi è oggi una diffusa tendenza a considerare che fare Yoga significhi imparare a portarsi in una posizione “perfetta”.
Ma…
- siamo certi che l’eccessiva concentrazione sull’abilismo non ci porti a perdere di vista elementi più sottili?
- e cosa succede quando invecchiamo o prendiamo una storta o ci facciamo male seriamente, oppure ci ritroviamo con un corpo che non consente mobilità? non possiamo più praticare Yoga? proprio nella condizione nella quale ne avremmo più bisogno?
Questi interrogativi portano a galla la domanda fondamentale: qual è l’obiettivo dello Yoga?
Secondo noi pratichiamo Yoga per ritrovarci. E questo ritrovamento è indipendente dalle abilità fisiche. Il corpo può essere uno strumento verso >, non il fine.
Sorgeranno degli ostacoli mentali: perdere la spinta verso la perfezione… Forse non vogliamo rinunciare a questa sorta di competizione.
Ma infine, che cosa si perde davvero?
La risposta sta nell’idea che abbiamo dello Yoga. Se lo Yoga è la pratica che ci porta a riscoprire la nostra essenza, farsi questa domanda perde di senso.
Lo Yoga può essere praticato anche quando c’è poca mobilità o non ce n’è affatto. D’altronde, nella vita prima o poi ognun* di noi si troverà, se è fortunat*, a fare questa esperienza di limitazione dello spettro delle abilità del corpo.
Si tratta ora di vedere come costruire una pratica che non perda la sua essenza, la sua fluidità, i suoi benefici pur con i necessari adattamenti. Non solo. Come portare questa idea fuori, nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, dove ce n’è bisogno? Le carceri, il mondo della disabilità, le strutture per l’anzianità, i densi luoghi dell’emarginazione. In questo senso praticare Yoga diventa praticare equità, etica, accoglimento dell’altro sofferente.
Immaginerete che tutto ciò verrà sviscerato a fondo non solo nel Corso di Formazione che torneremo a tenere in presenza in Italia (ponte 30 aprile / 2 maggio), ma anche nel più lieve Ritiro di Yoga Accessibile (da venerdì 3 maggio a domenica 5 maggio), dove tutti (praticanti e non) sono benvenuti. Saremo in un villaggio turistico lungo la spiaggia adriatica, ai bordi di una riserva marina. Eccezionalmente avremo, per la prima volta, la presenza di grandi insegnanti, come Jivana Heyman, il fondatore di Accessible Yoga (una delle tendenze di maggior peso nel panorama yogico attuale), oltre a Rodrigo Souza e Alessandra Uma Cocchi.
Se foste interessat*: www.accessibleyogaeurope.com.
O contattate Uma al 335. 8736709.
Buona vita!